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Risposte alle domande più frequenti sull’euro digitale

Aggiornato il: 30/10/2025

Finalità e benefici dell’euro digitale

Attuazione e funzionalità

Progressi e parti interessate

Impatto e considerazioni

D1. Perché all’Europa serve l’euro digitale?

In un mondo in cui i pagamenti digitali stanno rapidamente diventando la norma, l’uso del contante diminuisce e il passaggio agli acquisti online accelera. L’euro digitale sarebbe una forma digitale di contante, che consentirebbe ai consumatori di accedere alla moneta di banca centrale in forma digitale, affiancando le banconote e le monete.

L’euro digitale renderebbe la vita più semplice offrendo qualcosa che attualmente non esiste: uno strumento digitale accettato universalmente in tutta l’area dell’euro per i pagamenti nei negozi, online o tra persone. Come il contante, l’euro digitale sarebbe accessibile, liberamente utilizzabile per effettuare o ricevere pagamenti e avrebbe corso legale.

Inoltre, l’euro digitale preserverebbe la sovranità monetaria dell’area dell’euro, accrescendo l’efficienza dell’intero ecosistema dei pagamenti europeo, promuovendo l’innovazione e potenziando la resilienza agli attacchi cibernetici e ai problemi tecnici.

Leggi ulteriori informazioni su perché serve un euro digitale.

D2. In che modo l’euro digitale potrebbe promuovere l’autonomia strategica dell’Europa?

L’euro digitale offrirebbe una soluzione di pagamento paneuropea, disponibile in tutta l’area dell’euro, sottoposta alla governance europea e gestita da fornitori europei.

Nell’area dell’euro i pagamenti digitali continuano a essere frammentati, differenziandosi a seconda del paese e della modalità di utilizzo. Oltre la metà di tutti i mercati nazionali nell’area dell’euro non dispone di soluzioni di pagamento digitali nazionali per i pagamenti nei negozi e quelle esistenti perlopiù coprono soltanto mercati nazionali e specifici casi d’uso. Pertanto i consumatori devono fare affidamento su un numero limitato di società non europee che dominano il mercato. L’euro digitale contribuirebbe a ridurre la dipendenza dell’Europa da fornitori di servizi di pagamento non europei e offrirebbe ai cittadini la scelta di utilizzare soluzioni europee.

Attraverso standard aperti e un’infrastruttura pubblica per i pagamenti digitali, l’euro digitale potrebbe consentire ai fornitori di espandersi facilmente a livello paneuropeo, rendendo così il panorama dei pagamenti europeo più competitivo e innovativo.

Nel complesso, l’euro digitale potrebbe rendere l’Europa pioniera mondiale della finanza digitale, ponendo l’innovazione al servizio dell’interesse pubblico.

D3. Perché i consumatori deciderebbero di utilizzare l’euro digitale?

L’euro digitale sarebbe una soluzione di pagamento per ogni occasione, da utilizzare in qualsiasi momento e in qualsiasi paese dell’area dell’euro, proprio come il contante, ma pronta per l’era digitale. Sarebbe uno strumento digitale universalmente accettato che i consumatori potrebbero usare gratuitamente per i pagamenti nei negozi, online o tra persone. Offrirebbe la possibilità di effettuare pagamenti digitali, pur utilizzando un mezzo di pagamento pubblico, e sarebbe disponibile sia online che offline.

L’euro digitale sarebbe progettato in modo da garantire il massimo livello di sicurezza e di privacy nel rispetto dei rigidi standard fissati dall’Unione europea, le norme più rigorose al mondo in materia.

L’Eurosistema non risalirebbe all’identità di un utente sulla base dei suoi pagamenti. Inoltre, i dati personali delle operazioni di pagamento offline in euro digitali sarebbero noti solo all’ordinante e al beneficiario.

L’euro digitale sarebbe sicuro e, in quanto bene pubblico, garantirebbe l’accesso a tutti i consumatori, indipendentemente dal luogo in cui vivono o dalle loro competenze digitali o finanziarie. L’euro digitale risponderebbe alle esigenze delle persone con disabilità e di quelle che non dispongono di un conto bancario, facendo in modo che nessuno resti indietro.

Per assicurare che l’euro digitale sia fruibile e accessibile in tutta l’area dell’euro, la proposta di regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale presentata dalla Commissione europea prevede quali requisiti obbligatori l’accettazione da parte dei commercianti che accettano pagamenti digitali e la distribuzione da parte delle banche alla loro clientela.

D4. L’euro digitale sostituirebbe il contante?

No, affiancherebbe il contante, senza sostituirlo. L’euro digitale risponderebbe alla crescente preferenza dei cittadini per strumenti di pagamento digitali rapidi e sicuri. Il contante continuerebbe ad avere corso legale e coesisterebbe con l’euro digitale e con qualsiasi mezzo di pagamento elettronico privato attualmente in uso.

La progettazione delle nuove banconote in euro, che integreranno migliori caratteristiche di sicurezza, dimostra l’impegno della BCE per il futuro del contante. La BCE vede con favore il pacchetto sulla moneta unica della Commissione europea, che tutela la libertà di scelta dei cittadini tra il contante e l’euro digitale per effettuare pagamenti in moneta di banca centrale.

Scopri di più sulla strategia dell’Eurosistema per il contante e sul processo di progettazione delle nuove banconote nella pagina del sito Internet della BCE dedicata alle future banconote.

D5. Quali benefici offrirebbe l’euro digitale ai commercianti?

L’euro digitale rappresenterebbe una soluzione paneuropea in grado di consentire agli esercenti di commercializzare i propri prodotti e servizi alla clientela di tutta Europa con un’esperienza di pagamento fluida e uniforme. Ridurrebbe la dipendenza da soluzioni di pagamento non europee offrendo un’alternativa europea, conferendo ai commercianti maggiore potere contrattuale nel negoziare le condizioni di servizio con i fornitori di soluzioni di pagamento e riducendo quindi i loro costi.

Nello sviluppo dell’euro digitale la BCE collabora strettamente con i commercianti e i loro rappresentanti. La progettazione dell’euro digitale tiene conto di ciò che i commercianti ritengono importante, come l’integrazione fluida con i sistemi di cassa esistenti, la facilità d’uso e la resilienza dei pagamenti. L’euro digitale consentirebbe inoltre ai commercianti di ricevere i pagamenti all’istante senza costi aggiuntivi, anche senza connessione a Internet.

Scopri di più sul nostro impegno nei confronti dei commercianti nel rapporto su come l’euro digitale si innesta nell’ecosistema dei pagamenti e nella nostra ricerca sui titolari di esercizi commerciali di piccole dimensioni.

D6. Quali benefici offrirebbe l’euro digitale ai fornitori di servizi di pagamento?

I fornitori di servizi di pagamento (payment service providers, PSP) vigilati, come le banche, svolgerebbero un ruolo fondamentale nella distribuzione dell’euro digitale. Fungerebbero da principale punto di contatto per i singoli individui, i commercianti e le imprese per tutte le questioni relative all’euro digitale e fornirebbero tutti i servizi agli utenti finali.

L’euro digitale potrebbe inoltre offrire nuove opportunità commerciali ai PSP, assicurando loro la copertura immediata per tutta l’area dell’euro.

La piattaforma per l’innovazione della BCE ha dimostrato il potenziale dell’euro digitale di unificare il mercato europeo dei pagamenti e spianare la strada a nuovi modelli imprenditoriali attraverso standard armonizzati, nonché di favorire i futuri sviluppi tecnologici. La BCE sta utilizzando i risultati della piattaforma per l’innovazione per plasmare l’ulteriore sviluppo dell’euro digitale.

L’euro digitale servirebbe quindi da piattaforma per i PSP, che potrebbero sviluppare servizi a valore aggiunto nell’ambito della loro offerta (ad esempio pagamenti condizionati o programmi fedeltà).

Inoltre, lo schema di ripartizione dei costi relativi all’euro digitale, come attualmente previsto nella proposta di regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale della Commissione europea, fornirebbe ai PSP incentivi economici comparabili ad altri mezzi di pagamento digitali.

Scopri di più sul nostro impegno nei confronti dei PSP nel rapporto su come l’euro digitale si innesta nell’ecosistema dei pagamenti.

D7. Come funzionerebbe l’euro digitale?

L’euro digitale consentirebbe ai cittadini di effettuare pagamenti istantanei sicuri in negozi fisici e online e tra privati, indipendentemente dal paese dell’area dell’euro in cui si trovano o dal fornitore di servizi di pagamento al quale ricorrono.

Come prima cosa si dovrebbe costituire un portafoglio in euro digitali presso la propria banca, l’ufficio postale o un altro fornitore di servizi di pagamento.

Una volta creato il portafoglio, si potrebbero effettuare ricariche di euro digitali mediante un conto bancario collegato oppure depositando contante. A questo punto si potrebbero effettuare pagamenti usando il portafoglio in euro digitali, ad esempio con lo smartphone o una smart card.

I pagamenti in euro digitali (siano essi effettuati in negozi fisici, online o tra privati) sarebbero sempre sicuri e istantanei.

L’euro digitale offrirebbe funzionalità sia online sia offline; potrebbe quindi essere utilizzato anche in caso di connessione scarsa o assente. Inoltre, i dati personali relativi ai pagamenti in euro digitali offline sarebbero noti solo all’ordinante e al beneficiario, garantendo un livello di privacy simile a quello del contante.

Leggi ulteriori informazioni su come funzionerebbe l’euro digitale.

D8. Chi potrebbe utilizzare l’euro digitale?

Come indicato nella proposta di regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale presentata dalla Commissione europea, l’euro digitale sarebbe reso disponibile a cittadini, imprese e soggetti pubblici che risiedono o sono stabiliti su base temporanea o permanente in un paese dell’area dell’euro.

Anche chi si reca nell’area dell’euro per motivi personali o professionali può avere accesso all’euro digitale.

Inoltre, i cittadini, le imprese e i soggetti pubblici residenti o stabiliti al di fuori dell’area dell’euro potrebbero avere accesso all’euro digitale aprendo un conto in euro digitali presso un fornitore di servizi di pagamento stabilito o residente in un paese membro dello Spazio economico europeo o in un paese terzo, previa conclusione di un accordo tra l’UE e il paese terzo in questione e/o tra la Banca centrale europea e la banca centrale nazionale dello Stato membro non appartenente all’area dell’euro o del paese terzo.

D9. Quale livello di privacy garantirebbe l’euro digitale?

La privacy è una delle caratteristiche più importanti dell’euro digitale.

L’euro digitale è concepito per poter funzionare offline in modo da offrire agli utenti un livello di privacy simile a quello del contante, sia per l’invio di denaro ad altre persone che per i pagamenti nei negozi. Nella modalità offline solo l’ordinante e il beneficiario sarebbero a conoscenza delle informazioni personali sulle operazioni di pagamento effettuate. I controlli antiriciclaggio sarebbero effettuati dal fornitore di servizi di pagamento (PSP) incaricato della distribuzione durante il processo di conferimento e prelievo di fondi, così come avviene oggi per i prelievi e i depositi di contante.

Per le operazioni online l’Eurosistema non identificherebbe gli utenti che effettuano o ricevono pagamenti, proteggendo così i loro dati personali, ma i PSP sarebbero in grado di identificare gli utenti ai fini del rispetto delle norme antiriciclaggio.

Pertanto, sia online che offline, l’Eurosistema non potrebbe collegare direttamente le operazioni in euro digitali a soggetti specifici.

L’euro digitale sarebbe disciplinato da regolamenti dell’UE volti a bilanciare privacy e sicurezza. Questo approccio preserva solide tutele contro le attività illecite, salvaguardando nel contempo la privacy dei cittadini.

Scopri di più su euro digitale e privacy.

D10. Come la BCE assicurerebbe che l’euro digitale sia inclusivo e accessibile?

L’euro digitale sarebbe un bene pubblico, come lo sono oggi le banconote e le monete, ma in forma digitale. Nel progettare l’euro digitale e l’app apposita, la BCE segue il principio guida dell’inclusione, affinché gli utenti possano effettuare pagamenti in tutte le circostanze. L’app dell’euro digitale sarebbe conforme alla normativa europea sull’accessibilità; terrebbe conto in particolare dell’accessibilità cognitiva per assicurare che chiunque possa apprendere rapidamente come utilizzarla.

Sulla scorta delle ricerche sugli utenti e delle interazioni con la società civile e le organizzazioni di sensibilizzazione dei consumatori, la progettazione dell’euro digitale tiene conto delle esigenze dei consumatori vulnerabili. Le organizzazioni hanno sottolineato l’importanza di una soluzione universalmente accessibile, di una configurazione intuitiva e di assistenza personale. Il libero accesso ai servizi di base dell’euro digitale sarebbe disponibile anche per coloro che non dispongono di un conto bancario, colmando il divario di esclusione digitale cui devono far fronte le persone senza fissa dimora o i beneficiari di protezione internazionale.

Secondo la proposta di regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale presentata dalla Commissione europea, le banche incaricate della distribuzione dell’euro digitale sarebbero tenute a fornire gratuitamente servizi di pagamento di base in euro digitali, se richiesti dalla clientela.

L’euro digitale sarebbe concepito in modo da soddisfare le esigenze di tutti, senza lasciare indietro nessuno.

D11. Come la BCE assicurerebbe che i pagamenti in euro digitali siano effettuati nello stesso modo in tutta l’area dell’euro?

I fornitori di servizi di pagamento (PSP) vigilati, come le banche dell’area dell’euro, sarebbero responsabili della distribuzione dell’euro digitale. Affinché lo schema per l’euro digitale sia attuato nello stesso modo in tutta l’area dell’euro, l’Eurosistema sta elaborando un manuale di norme coinvolgendo su base continuativa gli operatori di mercato. Il manuale definirebbe un insieme unico di regole, standard e procedure per far sì che i servizi di base in euro digitali siano armonizzati in tutta l’area dell’euro, assicurando un’esperienza uniforme agli utenti indipendentemente dallo Stato membro in cui si trovano o dal PSP coinvolto, come avviene attualmente per il contante.

D12. L’euro digitale sarebbe una valuta alternativa nell’Eurosistema?

No. Così come le banconote e le monete non rappresentano due valute alternative, bensì una forma diversa della stessa moneta, l’euro digitale sarebbe solo un altro metodo di pagamento in euro. L’euro digitale risponderebbe alla crescente preferenza di cittadini e imprese per i pagamenti digitali.

Scopri di più nello studio sulle abitudini di pagamento dei consumatori nell’area dell’euro (SPACE).

D13. Quale sarebbe il collegamento tra i pagamenti istantanei e l’euro digitale?

Oggi, quando i clienti pagano nei negozi con strumenti alternativi al contante, i commercianti non ricevono immediatamente le somme spettanti. Tutti i pagamenti in euro digitali sarebbero invece istantanei.

Se l’insieme unico di regole, standard e procedure elaborato per l’euro digitale sarà approvato e quindi attuato, le soluzioni di pagamento istantaneo potrebbero essere ulteriormente sviluppate per coprire tutti i paesi dell’area dell’euro, riducendo la dipendenza dell’Europa da un numero ristretto di imprese private non europee che attualmente dominano il settore dei pagamenti.

D14. Come funzionerebbe l’architettura tecnica dell’euro digitale? Si baserebbe su una distributed ledger technology come la blockchain?

L’euro digitale opererebbe su una piattaforma di regolamento centralizzata e l’Eurosistema registrerebbe e verificherebbe tutti i regolamenti e le consistenze. In quanto passività dirette dell’Eurosistema, è importante che gli euro digitali nei portafogli delle persone siano al sicuro al fine di preservare la fiducia sia nell’euro sia nell’Eurosistema.

L’euro digitale non si basa sulla distributed ledger technology (DLT), ma attinge ai principi di progettazione fondamentali della DLT per accrescere la resilienza e l’efficienza e migliorare la prestazione e l’affidabilità complessive del sistema.

La resiliente architettura tecnica dell’euro digitale si baserebbe su standard consolidati. Un assetto multiregionale in cui ciascuna regione sia dotata di più server, andando ben oltre i modelli di ridondanza standard, garantirà la continuità del servizio in ogni circostanza.

D15. A che punto è il progetto sull’euro digitale?

Il progetto sull’euro digitale sta procedendo. La fase di preparazione, avviata nel novembre 2023 e conclusasi nell’ottobre 2025, ha portato avanti lo sviluppo tecnico e l’apprendimento attraverso la sperimentazione. Quest’attività si è basata sulle scelte progettuali e sui requisiti tecnici definiti durante la fase istruttoria.

Facendo seguito alle fasi istruttoria e di preparazione, l’Eurosistema sta compiendo ulteriori progressi sul piano tecnico, intensificando il coinvolgimento del mercato e continuando a sostenere l’iter legislativo. Ci prefiggiamo di essere pronti per una prima emissione dell’euro digitale nel 2029, che potrebbe avvenire se, quale presupposto necessario, il regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale verrà adottato nel corso del 2026.

D16. Chi partecipa al progetto sull’euro digitale?

L’Eurosistema, costituito dalla BCE e dalle banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro, mira ad assicurare che l’euro digitale risponda alle esigenze degli utenti. Per questa ragione l’Eurosistema dialoga regolarmente con i responsabili delle politiche, i legislatori, gli operatori di mercato, le organizzazioni della società civile e i cittadini, che sarebbero gli utenti finali dell’euro digitale.

Queste interazioni avvengono in contesti diversi, ad esempio nell’ambito del Comitato per i pagamenti al dettaglio in euro, che riunisce i soggetti interessati di tutti i segmenti del mercato europeo dei pagamenti al dettaglio, e nel quadro del Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme, che comprende professionisti dei settori pubblico e privato con grande esperienza in materia finanziaria e di pagamenti (cfr. la D18).

La BCE inoltre si confronta regolarmente con:

La BCE partecipa regolarmente agli incontri dell’Eurogruppo con i ministri finanziari dei paesi dell’area dell’euro e presenta aggiornamenti periodici sul progetto relativo all’euro digitale alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.

Leggi ulteriori informazioni sulla governance del progetto e sul coinvolgimento delle parti interessate.

D17. Come partecipano al processo i legislatori europei?

Il 28 giugno 2023 la Commissione europea ha presentato il pacchetto sulla moneta unica contenente proposte volte a sostenere l’uso del contante e a istituire il quadro per un possibile euro digitale. La BCE vede con favore il fatto che la proposta sull’euro digitale sia accompagnata da una proposta volta a rafforzare il ruolo del contante, in quanto tutti e due avrebbero corso legale e rappresenterebbero una forma di moneta della banca centrale. La finalità della proposta di regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale è assicurare che un eventuale euro digitale in futuro offra a cittadini e imprese uno strumento di pagamento digitale fruibile in qualsiasi paese dell’area dell’euro come forma di moneta pubblica ampiamente accettata, economica, sicura e resiliente.

La BCE fornisce il proprio supporto e contributo tecnico durante l’iter legislativo, come richiesto. L’Eurosistema prenderà in considerazione ogni necessario adeguamento delle caratteristiche dell’euro digitale che possa emergere dalle deliberazioni legislative.

Il Consiglio direttivo della BCE non deciderà se emettere l’euro digitale fino all’adozione del regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale.

D18. Come procede la preparazione del manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale?

L’Eurosistema sta elaborando la versione preliminare del manuale di norme in stretta collaborazione con i rappresentanti del mercato europeo dei pagamenti al dettaglio attraverso il Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale.

Il gruppo, composto da alti rappresentanti di associazioni europee sia dal lato dell’offerta sia dal lato della domanda del mercato europeo dei pagamenti al dettaglio, sta lavorando sulla base delle scelte progettuali per l’euro digitale già approvate dal Consiglio direttivo della BCE.

Al suo interno sono stati istituiti specifici filoni di lavoro incaricati di elaborare determinate sezioni del manuale di norme che richiedono particolari competenze.

Nel giugno 2025 è stata presentata al gruppo, per una consultazione del mercato, una versione preliminare riveduta del manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale. La versione preliminare del manuale è sufficientemente flessibile da consentire in futuro eventuali adeguamenti derivanti dal testo finale del regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale, una volta adottato.

Leggi ulteriori informazioni sul manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale.

D19. L’euro digitale sarebbe una moneta programmabile?

La moneta programmabile è una forma digitale di moneta concepita per uno scopo predefinito – come un buono – che si può utilizzare con limitazioni circa il luogo, il momento e il beneficiario del pagamento.

Come previsto anche nella proposta di regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale della Commissione europea, l’euro digitale non sarebbe mai una moneta programmabile, ma potrebbe agevolare i pagamenti condizionati (ad esempio, se un cliente effettua un acquisto online e sceglie l’opzione di pagamento alla consegna).

D20. I cittadini dovrebbero pagare per utilizzare l’euro digitale?

In quanto bene pubblico, l’euro digitale sarebbe utilizzabile gratuitamente dai singoli utenti per le funzioni di base.

Le banche o gli altri fornitori di servizi di pagamento potrebbero offrire alla clientela servizi aggiuntivi in euro digitali a pagamento. Questi servizi a valore aggiunto potrebbero rendere l’euro digitale ancora più appetibile per gli utenti, ad esempio per effettuare pagamenti condizionati. I clienti potrebbero fare acquisti online con maggiore sicurezza, ossia trasferire il denaro solo quando la consegna del prodotto è stata confermata, riducendo così il rischio di frode e semplificando i rimborsi.

D21. Qual è il rapporto tra le altre iniziative di pagamento paneuropee e l’euro digitale?

La BCE accoglie con favore le iniziative di mercato europee che si estendono oltre i mercati nazionali.

L’euro digitale dovrebbe consentire ai circuiti nazionali e regionali di ampliare la gamma dei casi d’uso e di espandersi a livello transfrontaliero, facilitando un’accettazione più semplice, vasta ed efficiente delle soluzioni offerte dal settore privato europeo grazie all’applicazione di standard armonizzati. I fornitori di servizi di pagamento europei potranno beneficiare di queste opportunità, principalmente grazie a una maggiore copertura geografica e utilizzi che in precedenza non erano contemplati.

La progettazione dell’euro digitale prevede la possibilità di integrare soluzioni del settore privato attraverso, ad esempio, l’eventuale co-branding delle carte fisiche e dei portafogli digitali esistenti. In entrambi i casi l’euro digitale sarebbe la soluzione alternativa che renderebbe possibile una completa portata paneuropea, preservando nel contempo l’accesso al mercato dei circuiti nazionali o regionali, ove siano accettati.

D22. I fornitori di servizi di pagamento sarebbero compensati per la distribuzione dell’euro digitale?

L’Eurosistema propone uno schema di ripartizione dei costi che offrirebbe incentivi economici equi a tutte le parti coinvolte nell’ecosistema dell’euro digitale. Per le banche e gli altri PSP, questo schema fa fronte agli oneri operativi connessi alla distribuzione dell’euro digitale.

Come avviene attualmente per altri sistemi di pagamento, i PSP che distribuissero l’euro digitale potrebbero addebitare commissioni ai commercianti per tali servizi. Le commissioni per commercianti e PSP sarebbero soggette a un massimale, come indicato dalla Commissione europea nella proposta di regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale.

Come per la produzione e l’emissione delle banconote, l’Eurosistema sosterrebbe i costi necessari alla realizzazione dello schema e dell’infrastruttura per l’euro digitale. Inoltre, l’Eurosistema cercherebbe di ridurre al minimo i costi degli investimenti aggiuntivi per i PSP sfruttando quanto più possibile le infrastrutture esistenti.

D23. L’euro digitale metterebbe a rischio la stabilità finanziaria attraverso la disintermediazione delle banche?

Il nostro sistema finanziario, al cui centro si colloca il sistema bancario, funziona bene e l’Eurosistema vuole preservare il ruolo fondamentale delle banche nell’assicurare l’efficiente erogazione del credito all’economia.

Le seguenti scelte progettuali della BCE sono volte a ridurre al minimo i potenziali rischi che l’euro digitale porrebbe al sistema finanziario.

  • Gli utenti potrebbero detenere solo una quantità limitata di euro digitali nel proprio conto. Ciò eviterebbe deflussi eccessivi di depositi bancari e contribuirebbe a preservare la stabilità del nostro sistema finanziario anche in tempi di crisi.
  • Collegando il portafoglio in euro digitali a un conto bancario gli utenti potrebbero effettuare pagamenti online in euro digitali oltre il massimale detenibile e coprire eventuali carenze in maniera istantanea, senza dover prefinanziare il proprio portafoglio in euro digitali (ove la disponibilità di fondi nel conto collegato fosse sufficiente).
  • Come per il contante che abbiamo in tasca, non sarebbero corrisposti interessi sulle disponibilità in euro digitali.

La BCE ha predisposto un’analisi tecnica per stimare i possibili effetti di vari ipotetici limiti di detenzione, a seguito di una richiesta espressa durante le interazioni legislative. L’analisi ha confermato che l’utilizzo dell’euro digitale per i pagamenti quotidiani non minerebbe la stabilità finanziaria e che, dati i diversi limiti ipotetici di detenzione fino a 3.000 euro a persona che i colegislatori hanno chiesto di verificare, l’impatto dell’euro digitale non pregiudicherebbe la stabilità finanziaria nell’area dell’euro, anche in uno scenario di crisi altamente improbabile ed estremamente prudente.

D24. L’introduzione dell’euro digitale renderebbe i pagamenti in Europa più vulnerabili agli attacchi cibernetici?

Come per altre infrastrutture digitali, l’euro digitale potrebbe essere il bersaglio di attacchi informatici. Per attenuare questo rischio, l’euro digitale sarebbe configurato sulla base di tecnologie all’avanguardia che creano un ambiente resiliente agli attacchi cibernetici e adatto alle esigenze future. Nella progettazione dei controlli di cibersicurezza la BCE si avvale di prassi comprovate dell’Eurosistema in uso presso altre infrastrutture di mercato e di test periodici pianificati a fronte di attacchi simulati.

D25. In cosa l’euro digitale sarebbe diverso dalle stablecoin e dalle criptoattività?

L’euro digitale sarebbe moneta della banca centrale, emessa e garantita dall’Eurosistema, che comprende la Banca centrale europea e le banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro. Come le banconote e le monete in euro, l’euro digitale avrebbe corso legale. Chiunque potrebbe utilizzarlo per effettuare pagamenti. In quanto moneta della banca centrale e bene pubblico, sarebbe stabile e affidabile. Si avrebbe sempre la certezza che un euro digitale vale un euro.

Le stablecoin sono create da società private. Non sono garantite da una banca centrale né da un’autorità pubblica. Il loro valore dipende dalla capacità di una società di gestire bene le proprie riserve e finanze; ma questa capacità può essere influenzata da fattori che sfuggono al suo controllo. In altre parole, la stabilità delle stablecoin non è certa quanto quella dell’euro.

Le criptoattività, come bitcoin o ether, sono ancora diverse. Non sono garantite da alcuna istituzione e non hanno valore sottostante. Il loro prezzo è soggetto a brusche oscillazioni e non vi è alcuna organizzazione responsabile se perdono valore.

Leggi l’approfondimento “Cosa sono i bitcoin?”.

D26. Quanto costerebbe all’Eurosistema il progetto sull’euro digitale?

Investire nell’euro digitale è fondamentale per garantire che la nostra moneta e il nostro settore dei pagamenti siano sempre adeguati alle finalità previste, anche nell’era digitale.

Alcune componenti dell’euro digitale, come il regolamento dei pagamenti, sarebbero messe a punto internamente all’Eurosistema. Per altre, come la componente dei servizi offline, abbiamo predisposto accordi quadro con fornitori esterni. Gli accordi quadro non comportano alcun pagamento e prevedono tutele che consentono di adeguarne la portata in linea con le modifiche della normativa.

I costi totali di sviluppo, per le componenti messe a punto esternamente e internamente, sono stimati a 1,3 miliardi di euro, mentre i costi operativi annuali ammonterebbero a circa 320 milioni di euro. L’Eurosistema sta proseguendo i preparativi per rispondere alle richieste dei leader dell’area dell’euro di essere pronti al più presto a un’eventuale emissione dell’euro digitale. Tuttavia, la normativa necessaria non è ancora stata adottata. Pertanto i lavori si articolano in vari moduli per consentire una regolazione graduale e limitare gli impegni finanziari.

L’Eurosistema sosterrebbe i costi di realizzazione dello schema e dell’infrastruttura per l’euro digitale, così come avviene per la produzione e l’emissione delle banconote in euro, che sono un bene pubblico al pari dell’euro digitale. Come per le banconote, tali costi sarebbero coperti dal “signoraggio” (il reddito che la BCE percepisce dall’emissione della moneta) anche se le consistenze in euro digitali sarebbero contenute rispetto alle banconote in circolazione. La BCE si impegna a mantenere bassi i costi sfruttando il più possibile l’infrastruttura esistente e, al tempo stesso, offrendo un euro digitale in grado di apportare benefici a consumatori ed esercenti.

In linea con la sua natura di bene pubblico, l’euro digitale sarebbe utilizzabile gratuitamente dai consumatori per le funzioni di base e sarebbe efficiente sotto il profilo dei costi per i commercianti europei. L’Eurosistema non applicherebbe né beneficerebbe di alcuna commissione per le operazioni in euro digitali.