- DICHIARAZIONE DI POLITICA MONETARIA
CONFERENZA STAMPA
Christine Lagarde, Presidente della BCE,
Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE
Francoforte sul Meno, 10 marzo 2022
Buon pomeriggio, insieme al Vicepresidente vi do il benvenuto a questa conferenza stampa.
L’invasione russa dell’Ucraina segna uno spartiacque per l’Europa. Il Consiglio direttivo esprime il suo pieno sostegno al popolo ucraino. Assicureremo condizioni di liquidità distese e attueremo le sanzioni decise dall’Unione europea e dai governi europei. Intraprenderemo qualsiasi azione necessaria per adempiere il mandato della BCE di perseguire la stabilità dei prezzi e per preservare la stabilità finanziaria.
Il conflitto russo-ucraino avrà un impatto rilevante sull’attività economica e sull’inflazione in seguito al rincaro dell’energia e delle materie prime, alle interruzioni del commercio internazionale e al peggioramento del clima di fiducia. L’entità di tali effetti dipenderà dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle attuali sanzioni e da eventuali ulteriori misure. Prendendo atto del contesto di elevata incertezza, nella riunione di oggi il Consiglio direttivo ha considerato una serie di scenari.
L’impatto della guerra russo-ucraina va valutato alla luce delle solide condizioni di fondo dell’economia dell’area dell’euro, che beneficia dell’ingente sostegno delle politiche economiche. La ripresa dell’economia è stimolata dal venir meno dell’impatto della variante Omicron del coronavirus. Le strozzature dal lato dell’offerta hanno mostrato alcuni segnali di attenuazione e il mercato del lavoro è migliorato ulteriormente. Nello scenario di base delle nuove proiezioni dei nostri esperti, che tengono conto di una prima valutazione delle implicazioni della guerra, la crescita del PIL è stata rivista al ribasso per il breve termine, a causa del conflitto in Ucraina. Le proiezioni indicano una crescita dell’economia del 3,7% nel 2022, del 2,8% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024.
L’inflazione ha continuato a essere superiore alle attese a causa dei costi dell’energia inaspettatamente alti. I rincari sono inoltre divenuti più generalizzati. Lo scenario di base per l’inflazione nelle nuove proiezioni dei nostri esperti è stato corretto al rialzo in misura significativa, prospettando un’inflazione annua del 5,1% nel 2022, del 2,1% nel 2023 e dell’1,9% nel 2024. Livelli superiori rispetto alle proiezioni di dicembre sono stati previsti anche per l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare, che si collocherebbe in media al 2,6% nel 2022, all’1,8% nel 2023 e all’1,9% nel 2024. Le aspettative di inflazione a più lungo termine desunte da una serie di misure si sono riancorate al nostro obiettivo. Il Consiglio direttivo considera sempre più probabile che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% nel medio periodo.
Negli scenari alternativi sull’impatto economico e finanziario della guerra, che saranno pubblicati insieme alle proiezioni dei nostri esperti sul sito Internet della BCE, l’attività economica potrebbe essere rallentata significativamente da un incremento ancora maggiore dei prezzi dell’energia e delle materie prime e da un più grave freno agli scambi e al clima di fiducia. L’inflazione potrebbe essere considerevolmente più elevata nel breve termine. Tuttavia, in tutti gli scenari, l’inflazione dovrebbe diminuire progressivamente e collocarsi su livelli intorno al nostro obiettivo di inflazione del 2% nel 2024.
Sulla base della nostra valutazione aggiornata e tenendo conto del contesto di incertezza, il Consiglio direttivo ha oggi rivisto il calendario del Programma di acquisto di attività (PAA) per i prossimi mesi. Gli acquisti netti mensili nel quadro del PAA saranno pari a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. La calibrazione degli acquisti netti per il terzo trimestre sarà guidata dai dati e rifletterà l’evolversi della nostra valutazione delle prospettive. Se i nuovi dati confermeranno l’aspettativa che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno neanche dopo la conclusione degli acquisti netti di attività, il Consiglio direttivo porrà termine agli acquisti netti nel quadro del PAA nel terzo trimestre. Se invece le prospettive di inflazione a medio termine cambieranno e le condizioni di finanziamento risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso l’obiettivo del 2%, il Consiglio direttivo è pronto a rivedere il calendario degli acquisti netti di attività in termini di entità e/o durata.
Qualsiasi modifica dei tassi di interesse di riferimento della BCE avverrà qualche tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività nel quadro del PAA e sarà graduale. Il profilo dei tassi di interesse di riferimento della BCE continuerà a essere determinato dalle indicazioni prospettiche del Consiglio direttivo (forward guidance) e dal suo impegno strategico a stabilizzare l’inflazione al 2% nel medio periodo. Il Consiglio direttivo si attende pertanto che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari a quelli attuali finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole per il resto dell’orizzonte di proiezione, e finché non riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione al 2% nel medio periodo.
Abbiamo inoltre confermato le altre misure di politica monetaria, come esposto in dettaglio nel comunicato stampa pubblicato oggi alle ore 13.45.
Spiegherò ora in modo più approfondito come valutiamo l’evoluzione dell’economia e dell’inflazione, per poi passare alle condizioni finanziarie e monetarie.
Attività economica
L’economia è cresciuta del 5,3% nel 2021 e il PIL si è riportato sui livelli precedenti la pandemia alla fine dell’anno. Tuttavia, la crescita è scesa allo 0,3% nell’ultimo trimestre del 2021 e ci si attende che rimanga debole nel corso del primo trimestre del 2022.
Le prospettive economiche dipenderanno dal corso del conflitto russo-ucraino nonché dall’impatto delle sanzioni economiche e finanziarie e di altre misure. Al tempo stesso stanno venendo meno altre circostanze sfavorevoli per la crescita. Lo scenario di base delle nostre proiezioni prevede ancora una crescita robusta dell’economia dell’area dell’euro nel 2022, seppure a ritmi meno sostenuti rispetto a quanto ci si attendeva prima che scoppiasse la guerra. Le misure introdotte per contenere la diffusione della variante Omicron del coronavirus hanno avuto un impatto minore rispetto alle precedenti ondate e al momento sono in fase di revoca. Anche le turbative dal lato dell’offerta causate dalla pandemia mostrano alcuni segnali di attenuazione. L’impatto su cittadini e imprese del forte shock sui prezzi dei beni energetici potrebbe essere parzialmente attutito mediante il ricorso ai risparmi accumulati durante la pandemia e gli interventi fiscali di ristoro.
Nel medio periodo, lo scenario di base delle nostre proiezioni prevede una crescita trainata dal vigore della domanda interna, sostenuta dal miglioramento del mercato del lavoro. Con l’aumento del numero degli occupati, le famiglie dovrebbero percepire redditi più elevati e spendere di più. A queste prospettive di crescita contribuiscono anche la ripresa mondiale e il continuo sostegno delle politiche monetaria e di bilancio. Il sostegno di tali politiche resta cruciale soprattutto in questa difficile situazione geopolitica.
Inflazione
L’inflazione è aumentata al 5,8% a febbraio, dal 5,1% di gennaio e dovrebbe aumentare ancora nel breve periodo. Le quotazioni dell’energia, con l’impennata del 31,7% registrata a febbraio, continuano a essere il principale fattore alla base del tasso di inflazione elevato e sospingono al rialzo i prezzi in molti altri settori. Anche i prezzi dei beni alimentari sono aumentati, per effetto di fattori stagionali, degli elevati costi di trasporto e del rincaro dei fertilizzanti. I costi energetici hanno segnato un ulteriore incremento nelle ultime settimane e i prezzi di alcuni prodotti alimentari e materie prime subiranno ulteriori pressioni a causa della guerra in Ucraina.
I rincari sono divenuti più diffusi. La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo ha mostrato negli ultimi mesi un rialzo a livelli superiori al 2%. Ciò nonostante, la persistenza dell’aumento di questi indicatori è incerta, in considerazione del ruolo dei fattori temporanei connessi alla pandemia e degli effetti indiretti del rincaro dell’energia. Gli indicatori basati sul mercato suggeriscono che le quotazioni dell’energia rimarranno elevate più a lungo di quanto atteso in precedenza, ma registreranno una moderazione nell’orizzonte temporale di riferimento. Anche le pressioni sui prezzi derivanti dalle strozzature dal lato dell’offerta a livello mondiale dovrebbero attenuarsi.
Le condizioni del mercato del lavoro hanno continuato a migliorare: a gennaio il tasso di disoccupazione è sceso al 6,8%. Sebbene la carenza di manodopera stia interessando sempre più settori, la dinamica salariale resta nel complesso contenuta. Nel corso del tempo, il ritorno dell’economia al pieno utilizzo della capacità produttiva dovrebbe sostenere una crescita lievemente più rapida delle retribuzioni. Le varie misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine ricavate da dati sui mercati finanziari e indagini si collocano intorno al 2%. Questi fattori, inoltre, contribuiranno ulteriormente all’inflazione di fondo e a far sì che l’inflazione complessiva si collochi durevolmente sul nostro obiettivo del 2%.
Valutazione dei rischi
I rischi per le prospettive economiche sono considerevolmente aumentati con l’invasione russa dell’Ucraina e sono orientati al ribasso. Benché siano diminuiti i rischi legati alla pandemia, la guerra in Ucraina potrebbe incidere maggiormente sul clima di fiducia e causare un nuovo inasprimento dei vincoli dal lato dell’offerta. I costi dell’energia persistentemente elevati, unitamente alla perdita di fiducia, potrebbero deprimere la domanda più del previsto e frenare i consumi e gli investimenti.
Gli stessi fattori costituiscono rischi per le prospettive di inflazione, orientati verso l’alto nel breve termine. La guerra in Ucraina pone un notevole rischio al rialzo, in particolare per le quotazioni dell’energia. Se le pressioni sui prezzi si traducessero in aumenti salariali maggiori di quanto anticipato o se vi fossero persistenti implicazioni avverse dal lato dell’offerta, l’inflazione potrebbe anche collocarsi su livelli più alti nel medio periodo. Tuttavia, un eventuale indebolimento della domanda nel medio periodo potrebbe anche ridurre le pressioni sui prezzi.
Condizioni finanziarie e monetarie
L’invasione russa dell’Ucraina ha causato considerevole volatilità nei mercati finanziari. A seguito dello scoppio della guerra, i tassi di interesse di mercato privi di rischio hanno parzialmente invertito la tendenza al rialzo osservata dopo la nostra riunione di febbraio e le quotazioni azionarie sono scese.
Le sanzioni finanziarie contro la Russia, compresa l’esclusione di alcune banche russe da SWIFT, non hanno comportato finora gravi tensioni sui mercati monetari né carenze di liquidità nel sistema bancario dell’area dell’euro. I bilanci bancari continuano a godere nel complesso di un buono stato di salute, grazie alle solide posizioni patrimoniali e ai ridotti livelli di crediti deteriorati. Oggi la redditività delle banche è pari ai livelli precedenti la pandemia.
I tassi sul credito bancario alle imprese sono lievemente aumentati, mentre i tassi sui mutui alle famiglie rimangono stabili su livelli storicamente bassi. I flussi di credito alle imprese sono diminuiti, dopo il forte incremento registrato nell’ultimo trimestre del 2021. I prestiti alle famiglie, in particolare per l’acquisto di abitazioni, mostrano una buona tenuta.
Conclusioni
In sintesi, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia inciderà negativamente sull’economia dell’area dell’euro e ha accresciuto significativamente l’incertezza. Se lo scenario di base delle nostre proiezioni si concretizzasse, l’economia continuerebbe a recuperare grazie al minore impatto della pandemia e alle prospettive di solidità della domanda interna e vigore dei mercati del lavoro. Gli interventi di bilancio, anche a livello dell’Unione europea, contribuirebbero inoltre a proteggere l’economia. Sulla base della nostra valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione e tenendo conto del contesto di incertezza, abbiamo rivisto il calendario dei nostri acquisti netti di attività per i prossimi mesi e confermato tutte le altre misure di politica monetaria. Prestiamo molta attenzione alle attuali incertezze. La calibrazione delle nostre politiche continuerà a essere guidata dai dati e rifletterà l’evolversi della nostra valutazione delle prospettive. Siamo pronti ad adeguare tutti i nostri strumenti per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine.
Siamo ora a disposizione per rispondere alle vostre domande.
Per l’esatta formulazione del testo approvato dal Consiglio direttivo si rimanda alla versione inglese.
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