- CONTRIBUTO
Il ruolo dell’euro digitale nel settore dei pagamenti e della finanza digitali
Contributo pubblicato su Bancaria tratto dall’intervento di Piero Cipollone, Membro del Comitato esecutivo della BCE, alla Crypto Asset Lab Conference on crypto-asset and CBDC challenges del 17 gennaio 2025
28 febbraio 2025
Ricoprire un ruolo centrale nel settore dei pagamenti e della finanza digitali dovrebbe essere una priorità fondamentale per l’Europa.
Come rilevato nel recente rapporto di Mario Draghi, il divario di produttività tra gli Stati Uniti e l’Unione europea deriva sostanzialmente dai settori della tecnologia e della finanza[1]. Se si escludono i comparti finanziario e della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, tale divario viene meno.
Sono pertanto questi gli ambiti su cui concentrarsi per colmare la distanza che ci separa dagli Stati Uniti. I pagamenti digitali e la finanza digitale si collocano all’intersezione di questi due settori. La loro evoluzione procede rapidamente, alimentata dai cambiamenti delle abitudini e della tecnologia. Rappresenta al tempo stesso un’opportunità e un rischio per l’Europa: se da un lato si ha la possibilità di colmare il divario sviluppando soluzioni europee innovative e competitive, dall’altro, ove tale opportunità non fosse colta, si corre il rischio di perdere competitività, capacità di tenuta e autonomia strategica.
La Banca centrale europea, quale custode dell’euro, la nostra moneta unica, attribuisce grande importanza a tale tema, che riguarda, in ultima analisi, il ruolo futuro della nostra moneta. L’euro è attualmente la seconda valuta più importante del sistema monetario internazionale e pesa per circa il 20% in base a una serie di indicatori; l’area dell’euro rappresenta invece circa il 12% del PIL mondiale[2]. Affinché il peso l’euro resti così elevato, le operazioni e gli investimenti in euro devono essere considerati sicuri, pratici ed efficienti, anche alla luce della trasformazione digitale dei pagamenti e della finanza[3].
La moneta di banca centrale, fulcro dei pagamenti e del sistema finanziario, riveste un ruolo fondamentale in tal senso. Funge da collegamento fra le diverse parti del sistema e da àncora di stabilità, fornendo l’unica attività di regolamento priva di rischi. Ciò è vero soprattutto in Europa, dove troppo spesso i mercati finanziari e dei pagamenti sono caratterizzati da una frammentazione lungo i confini nazionali che impedisce di sfruttare appieno i benefici dell’entità del nostro mercato europeo, per quanto riguarda le operazioni sia al dettaglio sia all’ingrosso.
Per le prime, pagamenti giornalieri che coinvolgono consumatori e imprese, dipendere da soluzioni non europee indebolisce la nostra autonomia strategica e frena la crescita della produttività. Chiediamoci, ad esempio, per quale motivo in Europa manchi un operatore come VISA o Mastercard. Con un euro digitale, ossia moneta di banca centrale in forma digitale per le operazioni al dettaglio, avremmo l’opportunità di accrescere l’efficienza, la concorrenza, l’innovazione e la tenuta dei pagamenti, favorendo al tempo stesso la maggiore diffusione di soluzioni private europee a tutela della nostra sovranità monetaria[4].
Per le seconde, ossia operazioni tra istituzioni finanziarie, occorre evitare di ripetere l’errore commesso nel settore dei pagamenti al dettaglio e assicurare la presenza di condizioni che consentano agli operatori europei di mantenere un vantaggio rispetto ai loro concorrenti. Le nuove tecnologie offrono l’opportunità di creare fin dall’inizio un mercato europeo integrato per le attività digitali, in altre parole un’unione europea dei mercati dei capitali[5].
Un euro digitale per i pagamenti giornalieri
La moneta della banca centrale, seppur già disponibile come contante, non è attualmente accessibile in forma digitale, una situazione sempre più problematica vista la diminuzione dell’utilizzo e dell’accettazione del contante.
Il valore delle operazioni in contanti nell’area dell’euro si è ridotto rispetto a quello dei pagamenti con carta[6]. E la percentuale delle imprese che hanno dichiarato di non accettare contanti è triplicata negli ultimi tre anni, raggiungendo il 12%[7]. La Commissione europea ha pertanto presentato una proposta legislativa volta ad assicurare l’accettazione del contante in euro[8], di cui la BCE si impegna a mantenere l’ampia disponibilità e accessibilità[9]. Tuttavia, è probabile che la tendenza a un minore utilizzo del contante per i pagamenti giornalieri continui, di riflesso alla digitalizzazione dell’attività economica e ai profili osservati in molte economie avanzate.
Pagamenti giornalieri nell’area dell’euro per strumento di pagamento, in termini di valore
percentuale del valore di tutti i pagamenti giornalieri non ricorrenti

Fonte: BCE (2024), Study on the payment attitudes of consumers in the euro area (SPACE).
Nota: la voce “Altro” comprende assegni bancari, bonifici, punti fedeltà, buoni e carte regalo, cripto-attività, opzioni “compra ora, paga dopo” nonché altri strumenti di pagamento.
I pagamenti digitali nell’area dell’euro rimangono inoltre frammentati, sia lungo i confini nazionali sia in termini di utilizzo. Le attuali soluzioni europee per i pagamenti digitali soddisfano principalmente i mercati nazionali e specifici casi d’uso. Per poter pagare in tutti i paesi europei i consumatori devono ricorrere ai pochi fornitori non europei, che oggi occupano perlopiù una posizione di mercato dominante per quanto riguarda queste operazioni. Nella seconda metà del 2023 i circuiti di carte internazionali hanno regolato oltre due terzi dei pagamenti con carta nell’area dell’euro[10]. E 13 paesi su 20 nell’area dell’euro ricorrono interamente a soluzioni non europee in assenza di uno schema di pagamento nazionale. Ma neanche queste soluzioni di pagamento internazionali sono accettate ovunque e rispondono a tutte le principali esigenze d’uso internazionale (pagamenti nei negozi, da persona a persona e online).
Circuiti nazionali di carte nell’area dell’euro

Fonte: BCE
Un obiettivo fondamentale della moneta della banca centrale, ossia offrire ai cittadini uno strumento di pagamento garantito dall’autorità sovrana e utilizzabile per le operazioni al dettaglio in tutta l’area valutaria, non viene pertanto conseguito nella sfera del digitale
Inoltre, i pagamenti europei sono diventati un esempio tipico della situazione descritta da Enrico Letta e Mario Draghi nei loro recenti rapporti[11]. La frammentazione del mercato lungo i confini nazionali, la mancanza di soluzioni di pagamento europee disponibili su scala europea e la difficoltà dei fornitori di servizi di pagamento europei a tenere il passo con i progressi tecnologici rendono l’Europa non competitiva all’interno del proprio mercato, e ancor meno su scala mondiale.
Inoltre, in un contesto geopolitico instabile, siamo costretti ad affidarci a società che hanno sede in altri paesi. Dipendere oggi da imprese statunitensi potrebbe voler dire ricorrere in futuro a società di altri paesi diversi dagli Stati Uniti. Piattaforme come Alipay di Ant Group hanno dimostrato la capacità superare il divario geografico: durante grandi eventi quali il Campionato europeo UEFA 2024 sono state in grado di promuovere l’utilizzo della loro app di pagamento ai clienti in Europa.
Sono gli esercenti, e in ultima analisi i consumatori, ai quali i costi vengono trasferiti, a dover gestire le conseguenze della posizione dominante sul mercato dei circuiti internazionali di carte. Ad esempio, le commissioni nette medie per i servizi agli esercenti nell’UE sono quasi raddoppiate tra il 2018 e il 2022[12], nonostante gli sforzi compiuti sul piano della regolamentazione volti a contenere tale aumento. I costi gravano in modo sproporzionato sui piccoli dettaglianti, che devono sostenere oneri tre a quattro volte superiori a quelli degli esercenti di maggiori dimensioni[13].
Occorre agire rapidamente per fronteggiare i rischi derivanti dall’attuale incapacità dell’Europa di assicurare l’integrazione e l’autonomia del proprio sistema dei pagamenti al dettaglio. È questa una motivazione fondamentale alla base del progetto dell’euro digitale: portare la moneta della banca centrale nell’era digitale renderebbe disponibile una moneta digitale equivalente alle banconote e rafforzerebbe la nostra sovranità monetaria.
Assicurando che tutti nei paesi dell’area dell’euro abbiano accesso alla moneta della banca centrale in forma digitale, il progetto intende offrire vantaggi concreti tanto ai consumatori, quanto agli esercenti e ai fornitori di servizi di pagamento.
I vantaggi per i consumatori e gli esercenti
Insieme alle banconote, l’euro digitale offrirebbe a tutti i cittadini e a tutte le imprese d’Europa la libertà di effettuare e ricevere pagamenti digitali senza soluzione di continuità[14].
Costituirebbe una soluzione pubblica unica, semplice, sicura e accettata da tutti per i pagamenti digitali nei punti di vendita, online e da persona a persona. Sarebbe disponibile sia online che offline, e sarebbe gratuita per le funzionalità di base.
Mediante l’euro digitale gli esercenti avrebbero accesso diretto al bacino di consumatori europeo. L’euro digitale offrirebbe inoltre un’alternativa per accrescere la concorrenza, riducendo in tal modo i costi di transazione in modo più diretto rispetto a quanto riuscirebbero a fare regolamenti e autorità garanti della concorrenza[15].
Promuovere la concorrenza e l’innovazione in un ecosistema dei pagamenti unificato
L’euro digitale apporterebbe inoltre benefici più ampi per l’economia dell’area dell’euro, promuovendo la concorrenza e l’innovazione.
È sempre più difficile per i fornitori di servizi di pagamento europei competere con i circuiti di carte internazionali e le soluzioni di pagamento elettronico. Le banche rischiano di perdere opportunità non solo in termini di commissioni ma anche nell’ambito dei rapporti con la clientela e dei dati degli utenti.
Per contro, l’euro digitale assicurerebbe che la distribuzione resti di competenza dei fornitori di servizi di pagamento, consentendo loro di mantenere i rapporti con la clientela ed essere compensati per i servizi erogati, come avviene attualmente[16]. Offrirebbe inoltre un’alternativa al co-branding con i circuiti internazionali per i pagamenti transfrontalieri all’interno e potenzialmente all’esterno dell’area dell’euro, promuovendo quindi la concorrenza.
L’euro digitale creerebbe più opportunità per i prestatori di servizi di pagamento, riducendo al tempo stesso il costo della diffusione di soluzioni su scala europea. Inoltre, contribuirebbe alla formazione di un contesto favorevole all’adozione generalizzata di innovazioni nei pagamenti in tutta l’area dell’euro.
Attualmente diverse innovazioni volte a semplificare i pagamenti si stanno affermando all’interno di specifici mercati nazionali o in alcuni paesi, sotto l’impulso dei fornitori di servizi di pagamento europei. Sebbene si tratti di iniziative dal valore elevato che migliorerebbero la vita delle persone, la loro diffusione paneuropea sarebbe notevolmente ostacolata dalle barriere strutturali esistenti.
Non attuando innovazioni ampiamente accessibili a tutti i cittadini dell’area dell’euro, tali imprese non riescono a raggiungere la scala ottimale necessaria per effettuare investimenti continui nelle nuove tecnologie. Ciò limita la loro capacità di competere efficacemente con i grandi operatori internazionali che possono sfruttare appieno le economie di scala, anche a livello mondiale.
Secondo la proposta legislativa della Commissione europea[17], il corso legale dell’euro digitale, in virtù del quale gli esercenti sarebbero tenuti ad accettarlo per i pagamenti elettronici, unitamente alla sua distribuzione obbligatoria contribuirebbe a superare la difficoltà di conseguire sufficiente diffusione, assicurando ampia accessibilità e accettazione in tutta l’area dell’euro. Con il conferimento del corso legale, e il manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale, si costituirebbe un’ampia rete di accettazione e si fisserebbero standard comuni, che il settore privato potrà sfruttare.
Ciò promuoverebbe un mercato europeo dei pagamenti più integrato. Con l’estensione della loro presenza geografica e la diversificazione dei loro portafogli di prodotti, i fornitori privati guadagneranno efficienza in termini di costi e saranno in grado di competere meglio a livello internazionale.
In sostanza, gli effetti di rete generati da un euro digitale fungerebbero da bene pubblico, a beneficio di iniziative sia pubbliche sia private. Questo approccio sarebbe analogo alla creazione di una rete ferroviaria o di una rete energetica unificata a livello europeo, in cui varie società fornirebbero in modo competitivo i propri servizi e creerebbero valore aggiunto per i clienti.
Anziché richiedere investimenti significativi per estendere servizi esistenti a tutta l’area dell’euro, gli standard aperti dell’euro digitale faciliterebbero una standardizzazione efficiente in termini di costi, consentendo ai fornitori di soluzioni di pagamento al dettaglio private di introdurre nuovi prodotti e funzionalità su scala più ampia.
In ultima analisi, che sia mediante l’euro digitale o soluzioni private, questo schema standardizzato stimolerebbe l’innovazione, creerebbe nuove opportunità commerciali e migliorerebbe l’accesso dei consumatori a una gamma diversificata di beni e servizi.
Da progetto a realtà condivisa
Le caratteristiche dell’euro digitale nonché la disposizione fondamentale del regolamento proposto dalla Commissione europea racchiudono in sé tutti gli elementi essenziali affinché tale progetto diventi realtà.
Negli ultimi anni ci siamo confrontati a fondo con un gran numero di operatori di mercato per definire l’offerta di servizi a valore aggiunto dell’euro digitale e prepararne l’attuazione. Abbiamo raccolto e discusso i contributi provenienti dall’ecosistema dei pagamenti in generale, compresi i rappresentanti di consumatori, esercenti, banche e altri fornitori di servizi di pagamento. Stiamo inoltre esaminando il potenziale innovativo dell’euro digitale in maniera più approfondita; e il nostro recente invito a manifestare interesse per partenariati in materia di innovazione ha avuto una risposta molto positiva da parte del mercato[18].
Adottando questo approccio inclusivo possiamo assicurare che si tenga conto delle esigenze e delle prospettive di tutti, aprendo la strada a un sistema dei pagamenti più solido e dinamico.
Il ruolo della moneta della banca centrale nello sviluppo di un mercato europeo delle attività digitali
Attualmente la BCE e le banche centrali nazionali degli Stati membri dell’UE la cui moneta è l’euro (l’Eurosistema), offrono moneta della banca centrale in forma digitale alle istituzioni finanziarie attraverso i servizi Target: T2 regola oltre il 90% del valore dei pagamenti di importo rilevante fra istituzioni finanziarie e T2S regola le operazioni in titoli. Tali piattaforme hanno avuto un ruolo fondamentale per l’efficienza e l’integrazione del panorama di post-trading in Europa.
Siamo impegnati a continuare a fornire servizi di regolamento in moneta di banca centrale che siano all’avanguardia anche alla luce delle nuove tecnologie.
Il potenziale delle nuove tecnologie
A tale riguardo, osserviamo le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie come la distributed ledger technology (DLT) di trasformare e migliorare i mercati finanziari all’ingrosso, consentendo di emettere o rappresentare attività in forma digitale.
Grazie alla DLT gli operatori possono gestire negoziazione, regolamento e custodia sulla stessa piattaforma, riducendo rischio di credito, operazioni non riuscite e necessità di riconciliazioni. Regolando operazioni istantanee 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e 365 giorni all’anno, la DLT può determinare un aumento dell’efficienza, abbassando potenzialmente i costi operativi annuali dell’infrastruttura. Una piattaforma DLT condivisa potrebbe ridurre le barriere all’ingresso, consentendo alle piccole e medie imprese e ai nuovi operatori di accedere ai mercati dei capitali e agevolando l’efficiente negoziazione di strumenti finanziari attualmente non gestiti.
Abbiamo l’opportunità di creare fin dall’inizio un mercato europeo dei capitali integrato per le attività digitali, ossia un’unione dei mercati dei capitali digitali[19].
Assistiamo oggi a un’accelerazione delle iniziative DLT in Europa. Oltre il 60% delle banche dell’UE sta esplorando o utilizzando la DLT e il 22% implementa già applicazioni DLT. Dal lato dei titoli, si è inoltre registrato un numero crescente di emissioni di alto profilo su piattaforme DLT.
Il ruolo della moneta della banca centrale e le attività esplorative dell’Eurosistema
La BCE è chiaramente consapevole di dover svolgere un ruolo fin da subito.
La disponibilità di moneta della banca centrale per il regolamento delle operazioni che utilizzano queste nuove tecnologie è importante per due ragioni. In primo luogo, in sua assenza verrebbero utilizzate altre attività di regolamento, come le stablecoin o i depositi tokenizzati, reintroducendo nel sistema rischi di credito e frammentazione. In secondo luogo, la possibilità di regolare in moneta della banca centrale è considerata dal mercato un fattore chiave per l’adozione di nuove tecnologie.
L’Eurosistema ha già collaborato con il mercato per i test sul regolamento in moneta della banca centrale delle operazioni all’ingrosso tramite DLT. Nelle attività esplorative condotte nel 2024 abbiamo offerto tre diverse soluzioni per collegare le nostre infrastrutture alle piattaforme DLT di mercato. Gli operatori del settore hanno quindi avuto la possibilità di regolare transazioni reali in moneta di banca centrale, oltre ad effettuare sperimentazioni con operazioni simulate[20].
Tali attività esplorative si distinguono a livello mondiale per la loro entità e la loro portata. Vi hanno preso parte nel complesso 60 operatori, fra nuovi e già presenti sul mercato. Oltre 40 sperimentazioni hanno riguardato un’ampia casistica di titoli e pagamenti, compresa la prima emissione di un titolo sovrano dell’UE mediante DLT. Operazioni per un valore totale di 1,6 miliardi di euro sono state regolate mediante le sperimentazioni svolte nei sei mesi di attività esplorativa, superando i volumi regolati nell’ambito di iniziative simili condotte in altre aree valutarie.
Prossimi passi
Nel breve periodo, una questione di mesi non di anni, l’Eurosistema si prefigge di rendere possibile il regolamento delle operazioni DLT in moneta della banca centrale, al fine di consentire al mercato di continuare a sviluppare la propria offerta in tale ambito. La soluzione tecnologica si baserà sull’interoperabilità tra le piattaforme DLT e l’Eurosistema, ma anche — aspetto molto importante — tra le piattaforme di mercato, in linea con standard rigorosi e obbligatori.
In una prospettiva di più lungo termine, esamineremo come la DLT possa essere sfruttata per costruire un mercato finanziario più integrato. Le nuove tecnologie offrono l’opportunità di creare un nuovo ecosistema da zero in modo più integrato e armonizzato. Un contributo alla realizzazione di questo ecosistema integrato verrebbe, a più lungo termine, dalla transizione verso un registro condiviso europeo, che convoglierebbe versioni token di moneta della banca centrale, moneta delle banche commerciali e altre attività digitali su una piattaforma condivisa e programmabile, sulla quale gli operatori di mercato potrebbero fornire i loro servizi. Un’altra opzione potrebbe essere lo sviluppo coordinato di un ecosistema di soluzioni tecniche pienamente interoperabili, che potrebbe rispondere meglio alle specifiche esigenze d’uso e alla coesistenza di soluzioni nuove e preesistenti.
Determinare vantaggi e svantaggi di tale flessibilità rispetto a un raggruppamento di tutti gli operatori su una piattaforma richiede ulteriori analisi. Rifletteremo su tali aspetti e metteremo a punto i dettagli di questa visione di lungo periodo insieme alle parti interessate del settore pubblico e privato.
Conclusioni
In un mondo in rapida evoluzione l’Europa non può restare inerte. Se non porteremo la moneta della banca centrale nell’era digitale, metteremo a repentaglio la competitività, la capacità di tenuta e l’autonomia strategica dell’Europa. Perderemo inoltre le opportunità derivanti dai pagamenti e dalla finanza digitali, a vantaggio di altri.
Assicurare che la moneta della banca centrale tenga il passo con la digitalizzazione e le nuove tecnologie salvaguarderebbe la nostra sovranità monetaria. Consentirebbe di superare la frammentazione mediante l’offerta di moneta utilizzabile per qualsiasi operazione digitale nell’area dell’euro. Promuoverebbe la concorrenza e l’innovazione. Rafforzerebbe infine la nostra autonomia e la nostra capacità di tenuta.
Cfr. Draghi, M. (2024), The future of European competitiveness, settembre, in particolare il riquadro “A closer look at the role of the ICT sector in the EU-US labour productivity gap”, pag. 27.
Cfr. “The international role of the euro”, BCE, giugno 2024.
Cfr. Cipollone, P. (2024), “Why Europe must safeguard its global currency status”, Financial Times, 11 giugno.
Cfr. anche Cipollone, P. (2024), “Monetary sovereignty in the digital age: the case for a digital euro”, intervento alla Economics of Payments XIII Conference organizzata dalla Oesterreichische Nationalbank, 27 settembre.
Cfr. anche Cipollone, P. (2024), “Towards a digital capital markets union”, intervento al Bundesbank Symposium on the Future of Payments, 7 ottobre.
Cfr. BCE (2024), Study on the payment attitudes of consumers in the euro area (SPACE).
Tra il 2021 e il 2024 la percentuale di imprese che non accettano contante è cresciuta dal 4% al 12% nell’area dell’euro. Cfr. BCE (2024), Use of cash by companies in the euro area in 2024, 18 settembre.
A giugno 2023 la Commissione europea ha presentato una proposta legislativa sul corso legale del contante in euro al fine di salvaguardare il suo ruolo nonché assicurare che sia ampiamente accettato quale mezzo di pagamento e resti facilmente accessibile a cittadini e imprese in tutta l’area dell’euro. Cfr. Commissione europea (2023), “Pacchetto moneta unica: nuove proposte per sostenere l’uso del contante e presentare un quadro per l’euro digitale”, comunicato stampa, 28 giugno.
La strategia dell’Eurosistema per il contante è intesa a garantire la sua ampia disponibilità, accessibilità e accettazione sia come strumento di pagamento sia come riserva di valore.
Nella seconda metà del 2023 i circuiti di carte internazionali hanno rappresentato il 68,6% in termini di valore e il 72% in termini di volume di tutte le operazioni disposte elettronicamente tramite carte emesse nell’area dell’euro, secondo i dati raccolti ai sensi del Regolamento (UE) n. 1409/2013 della Banca centrale europea in materia di statistiche sui pagamenti (BCE/2013/43).
Letta, E. (2024), Much more than a market, aprile; Draghi, M. (2024), The future of European competitiveness, settembre.
Cfr. Commissione europea (2024), Study on new developments in card-based payment markets, including as regards relevant aspects of the application of the Interchange Fee Regulation - Final Report, febbraio.
EHI, Zahlungssysteme im Einzelhandel 2023; Commissione europea (2024), op. cit.
Cfr. anche Cipollone, P. (2024), “L’euro digitale: quali vantaggi per gli utenti?”, Il Blog della BCE, 1° novembre, e Cipollone, P. (2024), “Liberi di scegliere come pagare, oggi e domani”, Il Blog della BCE, 25 giugno.
Cfr. anche Cipollone, P. (2024), “Dalla dipendenza all’autonomia: il ruolo di un euro digitale nel panorama europeo dei pagamenti”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 23 settembre.
Il progetto legislativo prevede uno schema di ripartizione dei costi che offrirebbe incentivi economici equi a tutti i soggetti coinvolti (ad esempio consumatori, esercenti e banche) in linea con i seguenti principi: 1) in quanto bene pubblico, l’euro digitale sarebbe utilizzabile gratuitamente per le funzioni di base; 2) i fornitori di servizi di pagamento addebiterebbero agli esercenti commissioni per l’erogazione di servizi relativi a un euro digitale a fronte dei costi operativi derivanti dalla sua distribuzione, come avviene oggi per altri mezzi di pagamento digitali; i fornitori potrebbero inoltre offrire ai propri clienti servizi di pagamento aggiuntivi in euro digitali, oltre a quelli richiesti per le funzioni di base; 3) le commissioni corrisposte dagli esercenti ai fornitori sarebbero soggette a un massimale quale adeguata salvaguardia contro l’addebito di commissioni eccessive, come indicato dalla Commissione europea nella proposta legislativa sull’euro digitale; 4) i costi di emissione sarebbero sostenuti dall’Eurosistema, così come avviene per la produzione delle banconote.
Cfr. Commissione europea (2023), “Pacchetto moneta unica: nuove proposte per sostenere l’uso del contante e presentare un quadro per l’euro digitale”, comunicato stampa, 28 giugno.
Cfr BCE (2024), “Call for expressions of interest in innovation partnerships for the digital euro”, 31 ottobre.
Cfr. anche Cipollone, P. (2024), “Towards a digital capital markets union”, intervento al Bundesbank Symposium on the Future of Payments, 7 ottobre.
Cfr. BCE (2024), “Exploratory work on new technologies for wholesale central bank money settlement”.
Banca centrale europea
Direzione Generale Comunicazione
- Sonnemannstrasse 20
- 60314 Frankfurt am Main, Germany
- +49 69 1344 7455
- media@ecb.europa.eu
La riproduzione è consentita purché venga citata la fonte.
Contatti per i media